L’effetto serra è in qualche modo inserito nel ciclo del Carbonio e il suo sequestro dall’atmosfera incide sulla nostra vita quotidiana permettendo di mitigare il riscaldamento globale. Le graminacee da prato posseggono una intensa attività fotosintetica, assorbono l’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera e con l’acqua la convertono in carboidrati e zuccheri semplici per generare energia e crescita; ciò permette di liberare tanto ossigeno da sostenere una persona al giorno con due metri quadrati di prato e di rimuovere fino a 2,5 tonnellate di CO2 all’anno con un ettaro! Una manutenzione sostenibile e a basso impatto su un tappeto di specie tetraploidi (doppi cromosomi !) a crescita lenta, maggiormente tolleranti e dotate di apparato radicale esteso permettono di avere un credito netto di Carbonio “spendibile”: esse infatti sono in grado di estendere moderatamente alla stagione fredda l’attività fotosintetica e di conseguenza l’assorbimento di Carbonio nella massa radicale, rilasciandolo poi al suolo nella fase di senescenza. Inoltre, un prato irrigato è in grado di catturare maggiori quantità di C, permetterne più velocemente la mineralizzazione nel suolo e in modo implicito innescare il ciclo di macro e micronutrienti.

Nonostante le grandi superfici globali di tappeto erboso naturale, il ruolo del tappeto erboso nel bilanciamento del Carbonio è ancora in gran parte inesplorato. È responsabilità di tutti garantire il possibile per ridurre al minimo o compensare la nostra impronta di carbonio: scelte apparentemente insignificanti possono complessivamente dare un contributo significativo.

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