Oggi vorrei fare cenno alle scelte che ognuno di noi fa durante l’arco di una giornata, di una settimana o di una vita. Dalle più immediate, come vestirsi la mattina, alle più stravaganti, come fare il caffè con la moka invece che con la macchinetta, fino alle più difficili, come scegliere il nome per un figlio o acquistare una casa.

Tutte sono precedute da una valutazione di rischio, di convenienza, di conseguenze o di opportunità. Qui spesso domina l’incertezza, o meglio ancora la pseudo-certezza di qualcosa che non è certo ma che lo potrebbe diventare. Che alla base della decisione ci sia il nostro cervello o un sistema esperto vi troverà le informazioni sullo scenario e la conoscenza del contesto che si ha davanti, per simulare i fenomeni che permettono al decisore di valutare l’impatto delle scelte e di modificarle secondo il tipo di razionalità impiegata, per una aspettativa di guadagno. A volte siamo deboli perché non mettiamo in ordine i dati che servono. In questo caso accede ciò che è peggio di una scelta sbagliata: una scelta ritardata che complica la visuale.

Ciò che l’uomo fatica a trovare è l’automatismo che una macchina operatrice può invece realizzare, gestito in via digitale con un modello che opera su una base di dati. Nasce così agli inizi del secolo scorso il Sistema al Supporto alle Decisioni – DSS – oggi presente in molte circostanze aziendali di rilievo, anche dove le decisioni sono collettive per gestire soglie di intervento complesse.

Anche in agricoltura le scelte operative legate alla risoluzione di criticità trovano opportunità di questo tipo: le applicazioni nel settore del verde ornamentale e sportivo non mancano, sia per valutare la soglia di intervento all’interno di un processo di lotta integrata che per determinare le necessità di azoto nel terreno, oppure ancora per valutare il livello di stress idrico del suolo. Siamo ormai pronti a mettere lo smartphone al lavoro anche su questo.

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