Gli organi di senso che usiamo tutti i giorni utilizzano corpuscoli, recettori, papille, membrane e altri sistemi per rilevare grandezze nell’ambiente in cui ci muoviamo e dove compiamo tutte le funzioni vitali. D’altra parte, l’uomo ha sempre cercato di superare i propri limiti e migliorare le prestazioni dei propri sistemi: sensori meccanici, termici, ottici, sempre digitali, hanno elevato la capacità di leggere un’informazione, un effetto, un numero o un dato, con dispositivi elettronici di varia forma e complessità in grado di misurare la condizione di stato in cui vengono collocati.

La lettura di questa misura ci restituisce numeri, gradi di calore, mappe, immagini a colori, spie o cambi di fase che possono essere inseriti in trasduttori per azionare un meccanismo o per dare luogo a un automatismo.

In agricoltura la sensoristica consente di gestire sistemi di controllo e di alert utili ad anticipare e ridurre l’impatto di criticità o migliorare l’effetto “decisionalità”, allo scopo di risparmiare risorse e accrescere le rese produttive.

Sui campi di calcio e sui tappeti erbosi cui sono richieste elevate caratteristiche è possibile monitorare lo stato vegetativo con sensori capaci di catturare lunghezze d’onda oltre il visibile e produrre mappe di vigore a falsi colori per ottenere un quadro immediato delle condizioni fitosanitarie e supportare il groundsman nelle scelte di intervento.

Immagini termiche e multispettrali vengono riprese con droni e composte grazie ad appositi software in ortofoto dove ogni pixel mantiene le informazioni di temperatura e assorbimento della radiazione solare.

Analizzando le immagini con gli indici di vegetazione più adatti è possibile monitorare e indagare lo stato di salute del prato, evidenziando stress idrici, focolai di fitopatologie o mancanze di nutrienti.

La domanda che viene spontanea è: come coniugare questa tecnologia innovativa con la routine, i margini ridotti, l’incertezza delle commesse e la carenza di preparazione?

Ci vuole un mix fatto di passione, carattere innovativo, voglia di crescere e perseveranza e, infine, di desiderio di emergere. Per molti ma non per tutti.

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