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I riduttori di difficoltà

A chi non è mai successo di sentirsi sopraffatto nel momento in cui ha cercato di creare valore? “Devo dare un impulso a una mia attività”, “un cliente conta su di me per la soluzione di un problema”, “mi aspetta la discussione della tesi di laurea”, “ho una riunione dove gli altri si aspettano un’idea meravigliosa”, “devo valorizzare una informazione chiave”… Sia nel lavoro che nello studio capita spesso di essere incerti sui passi da fare o sulle persone su cui contare. Il concetto di difficoltà è relativo e mette a confronto due forze in contrasto: una, il nostro superamento di una barriera, deve prevalere e confluire in un consolidamento del proprio IO o della propria missione di quell’istante.

La ricerca del riduttore di difficoltà è integrata nella soluzione in risposta ad un bisogno rilevato, nostro o di altri. Trovare le caratteristiche o nuove funzionalità, servizi aggiuntivi o complementari che permettano di risolvere o diminuire le sue difficoltà può portare ad un approccio a piramide selettivo, dove la complessità viene definita e misurata, e infine pacchettizzata in una scala di valori personali.

Come si fa a mangiare un elefante? Semplice, morso dopo morso.

Ognuno di noi di porta dentro un’innata resistenza al cambiamento che può così perdere forza e permettere di focalizzarsi sul 20% delle iniziative che permettono di risolvere l’80% dei problemi, mettendoci in seria discussione persino con noi stessi. Le mappe mentali permettono di rendere graficamente ordine in ciò che gira per la testa, e questo è gratis, a patto di renderle dinamiche; il “Business Model Canvas” è un metodo per rinforzare le proposte di valore basate su un insieme di prodotti e servizi; cambiare prospettiva, uscire dal cerchio e distogliere l’attenzione, serve dare una dimensione diversa al problema e cambiare la visione per scoprire che i riduttori già li abbiamo. Ma nulla serve senza il cambio di azione verso i nostri schemi comportamentali, saranno questi a produrre una transizione radicale anche inconscia che come un rituale terapeutico ci permetta di recuperare una energia psichica bloccata all’indietro.

E se funziona? Persevera motivato, con me ha funzionato!

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